My Private Album

Pagine rosa

(in lavorazione)

Immagini di famiglia

Renata

RENATA

L'ho incontrata nel 1989 a Treviso in un Club dove lavoravo, ed è stato un colpo di fulmine.

Io l'ho già raccontato in televisione, comunque ripeto per chi non c'era: durante il mio spettacolo c'era una ragazza che continuava a chiedermi di cantare Furia, finchè non l'ho invitata sul palco a cantare con me. Dopo lo spettacolo, ci siamo scambiati i numeri di telefono promettendo che quando venivo in zona avrei chiamato per vederci. Poco tempo dopo sono tornato in Veneto e ci siamo rivisti.

Non ci siamo più lasciati, e siamo inseparabili. Dal 22 luglio 1998 siamo genitori di Kevin Paul, il bambino più bello del mondo.

Eccoci tutti insieme, i miei genitori, le mie sorelle, Renata, Kevin ed io.

A fianco, come eravamo nel 1971.

In questa foto c'è anche la mamma di Renata

Una piccola galleria di immagini del mio piccolo grande erede...

Questa è la prima foto con il nonno, Arthur John Couling. Qui sotto è con me.

 

SONO IO
testo di P. Bradley Couling
musica di A. Angelini - A. Trapasso
 
Ho corso dietro alle mie canzoni
per inseguire chissà che emozioni
dentro di me un pensiero d'amore
ma quello vero mancava nel cuore.
Sai quante Betty sotto le lenzuola
e di Mariù non ce n'era una sola
lei ogni notte cambiava faccia
non c'era tutto tra le mie braccia.
 
Quanti occhi neri hanno fatto dei pianti
per un mio yeah sono fari abbaglianti
quella mia età davvero è stata bella
ma adesso so che mancava una stella.
Erano anni di fama e successo
che non a tutti succede spesso
mai con niente l'avrei cambiato
questo credevo, poi sei arrivato.
 
Sono io, che ti ho fatto così,
sono io, che ti tengo ti stringo
sono io, ti vorrei sempre qui
mi accarezzi mi graffi e dormi su me.
Sono io, che assomiglio a te
sono io, che ti spoglio e ti vesto
sono io, così bello per me
che fai smorfie ti aggrappi così
piangi e ridi con me.
 
Quando poi il tempo ti fa più maturo
non vedi niente del tuo futuro
oltre alle cose banali di sempre
un nodo in gola la notte ti prende.
E quel silenzio in casa ti spaventa
è come un vuoto che si concentra
non c'è niente che sia fuori posto
ma lo vorrei perchè mi conosco.
Sono io, che ti ho fatto così...
Sono io, che assomiglio a te
sono io, che ti spoglio e ti vesto
sono io, così bello per me
che fai smorfie ti aggrappi così

e mi chiami papà...

Karen ha rischiato di venire al mondo in automobile, tanta era la sua fretta di nascere.
 
Renata, dopo le 23 ore di travaglio del primo parto, se l'era presa comoda. Quando si è svegliata con le prime doglie, ha pensato di mettersi a stirare per non pensare al dolore, ma a un certo punto ha avuto un dubbio: "...e se questo bambino lo faccio qui?".
Così mi ha svegliato, abbiamo preparato la valigia e via di corsa all'ospedale. Anche la degenza è stata rapida: solo un giorno e mezzo, ma dovevamo tomare presto a casa: purtroppo avevo appena saputo che mio padre era morto improvvisamente in Inghilterra".

 

Infatti abbiamo dato un secondo nome a Karen, "Art", per ricordare il nonno Arthur, che non ha fatto in tempo a conoscere.

 

Kevin, abitualmente molto vivace, si dimostra molto premuroso con la sorellina, e la tratta con tanta delicatezza.

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