- Questo
brano, che fa parte dell'album "Lucifero", è
stato scritto da una ragazza all'epoca detenuta, e
proprio durante quel triste periodo suo padre
morì. Anna sfogò il suo dolore con una
poesia così struggente che diventò una
canzone intensa, strana, speciale. Volli cantarla io,
anche se era "al femminile", per dare all'atmosfera
quella voce maschile con cui l'autrice voleva
dialogare.
|
|
|
"Miele"
- Questa
notte di festa alla camomilla
- spesso
si conclude tranquilla.
- Donne,
giovani negre, vecchie italiane,
- esotiche
libanesi, belle francesi...
- e
dalla tua finestra suoni
- ti
aiutano ad andare un po' più
su;
- tu
chiudi gli occhi e ti fidi di te
- e
continui a volare e poi a gridare "...Papà, poi
ci sono anch'io, quella civetta ed
io..."
- Ma
che bisogno d'amore e come voli
lontano
- e
che voglia di miele nella mano...
- Amanti
lunari ti invitano a ballare il rock'n'roll, sorella,
la prigionia, e che beatlesmania...
- e
come palle di neve voi rotolate giù, chiudete
gli occhi insieme e poi sognate il
Perù...
- "Papà,
poi ci sono anch'io, quella civetta ed
io..."
|